Il recupero dati da server colpito da ransomware rappresenta una delle sfide più complesse nel campo della data recovery, soprattutto quando si tratta di infrastrutture della Pubblica Amministrazione, dove ogni minuto di downtime può avere impatti significativi sull’operatività e sulla sicurezza dei dati. Questo case study descrive un intervento su un server Dell configurato in RAID 1, che è stato colpito da un attacco ransomware sofisticato, che ha cifrato i file sensibili e reso i dati inaccessibili agli utenti, compromettendo temporaneamente i servizi interni dell’ente pubblico.
Il server interessato conteneva dati critici, tra cui documenti amministrativi, pratiche digitali e archivi storici. Il RAID 1 garantiva una ridondanza dei dati a livello hardware, ma non offriva alcuna protezione contro attacchi logici come il ransomware. Quando il cliente ci ha contattato, la situazione era urgente: le cartelle di rete risultavano inaccessibili, i file erano stati cifrati, e i tentativi di decrittazione fai-da-te avrebbero potuto peggiorare la situazione.
Cosa troverai in questo articolo
Analisi iniziale e diagnosi tecnica
La prima fase dell’intervento ha comportato una diagnosi approfondita del server e dei dischi RAID 1. Questa fase è cruciale per comprendere la gravità dell’attacco e definire la strategia di recupero dati senza compromettere ulteriormente i file. Le attività principali della diagnosi hanno incluso:
- Verifica integrità hardware dei dischi RAID 1
Entrambi i dischi sono stati sottoposti a test diagnostici avanzati per confermare che la struttura RAID 1 era ancora fisicamente integra. Nonostante la cifratura dei file, i dischi non presentavano settori danneggiati, errori SMART critici o guasti meccanici. - Ispezione del file system e dei metadati
L’attacco ransomware aveva cifrato numerosi file, alterando estensioni e metadati critici. È stata condotta un’analisi settore per settore per mappare i file compromessi, identificando quelli recuperabili tramite copie Shadow o ricostruzione avanzata degli header. - Individuazione delle Shadow Copies
Grazie alle Shadow Copies presenti su Windows Server, è stato possibile identificare le versioni precedenti dei file non criptate dal ransomware. Queste copie hanno rappresentato la base principale per il recupero dei dati. - Analisi dei settori critici e mapping dei cluster
Prima di qualsiasi operazione di estrazione, i tecnici hanno mappato ogni settore dei dischi per capire quali erano leggibili e quali compromessi. Questa fase è fondamentale per evitare che il ransomware residuo o errori di file system possano compromettere i dati.
Procedura tecnica di recupero dati
Estrazione delle Shadow Copies
Le Shadow Copies sono copie puntuali dei dati create automaticamente da Windows Server. Il nostro team ha proceduto con:
- Identificazione e estrazione dei volumi Shadow non criptati
- Copia dei file critici in ambiente isolato, senza collegamento alla rete principale, per evitare qualsiasi rischio di reinfezione
- Catalogazione dei file recuperabili, ordinandoli per tipo e priorità
Questa fase ha permesso di ripristinare rapidamente un gran numero di documenti e cartelle critiche.
Ricostruzione dei file header in esadecimale
Molti file, anche dopo l’estrazione dalle Shadow Copies, risultavano danneggiati o parzialmente cifrati. Per recuperarli è stata utilizzata una tecnica avanzata:
- Analisi esadecimale dei file danneggiati: identificazione dei segmenti iniziali e finali dei file
- Ricostruzione manuale degli header: ripristino delle intestazioni dei file (Word, Excel, PDF e documenti amministrativi)
- Validazione e testing dei file: verifica che ogni file fosse leggibile e coerente con il contenuto originale
Questa operazione richiede esperienza tecnica avanzata e strumenti professionali, ed è essenziale per garantire che i dati siano pienamente utilizzabili.
Verifica finale dei dati e consegna
Dopo la ricostruzione logica, tutti i dati sono stati sottoposti a verifica completa:
- Controllo di integrità tramite hash e confronto con copie Shadow
- Validazione dei documenti amministrativi e archivi storici
- Consegna dei dati recuperati su server sicuro dedicato e isolato, pronto per il reintegro nella rete dell’ente pubblico
Grazie a questo approccio, è stato possibile ripristinare la piena operatività dei servizi IT senza pagare alcun riscatto e preservando la riservatezza dei dati.
Raccomandazioni per prevenzione futuri attacchi ransomware
Per evitare rischi simili, sono state fornite al cliente le seguenti indicazioni:
- Implementare backup incrementali su sistemi isolati e off-site
- Creare una politica di versioning dei file e Shadow Copies periodiche
- Aggiornare costantemente il sistema operativo e applicare tutte le patch di sicurezza
- Monitorare la rete con sistemi avanzati di rilevamento comportamentale per identificare attività sospette
- Valutare software anti-ransomware avanzati e soluzioni di disaster recovery dedicate
Domande frequenti sul Recupero Dati Server RAID 1 colpito da ransomware
È possibile recuperare dati da un server colpito da ransomware senza pagare il riscatto?
Sì, tramite Shadow Copies, backup isolati o tecniche avanzate di ricostruzione file in esadecimale, è possibile recuperare i dati senza cedere al ricatto.
Il RAID 1 protegge dai ransomware?
No. Il RAID 1 protegge solo dai guasti hardware dei dischi, ma non impedisce la cifratura dei file da parte di malware.
Quanto tempo richiede il recupero dati da server colpito da ransomware?
Dipende dalla quantità di dati e dalla complessità della cifratura. In casi complessi, come server della Pubblica Amministrazione, possono essere necessarie tra 48 e 120 ore di lavoro specialistico.
Come si ricostruiscono file danneggiati dal ransomware?
Attraverso l’analisi binaria dei file in esadecimale, la ricostruzione manuale degli header e il confronto con versioni Shadow o backup precedenti.
È sicuro ripristinare dati da Shadow Copies?
Sì, a patto che le copie vengano estratte in ambiente isolato, privo di rischio di reinfezione.
Come prevenire futuri attacchi ransomware su server RAID 1?
Backup regolari, patch di sicurezza aggiornate, monitoraggio continuo della rete e sistemi anti-ransomware avanzati sono fondamentali per ridurre i rischi.