Come proteggere il NAS dagli attacchi Ransomware

Scopri come proteggere il tuo NAS dagli attacchi ransomware: tipologie di malware, vulnerabilità comuni, strategie di difesa, backup immutabili e formazione del personale. Con esempi pratici, dati tecnici e tabelle comparative.
Guida pratica alla sicurezza dei NAS contro i ransomware

Probabilmente hai investito in un Network Attached Storage (NAS) per centralizzare i dati, semplificare la gestione e creare copie di backup in sede. Di conseguenza, mantenere quei dati al sicuro è fondamentale. Purtroppo, con la crescente diffusione dei NAS, anche i criminali informatici si sono adeguati. Recenti campagne di ransomware di alto profilo hanno preso di mira migliaia di dispositivi NAS in tutto il mondo, bloccando i dati e chiedendo riscatti elevati.

Se utilizzi un NAS, imparare a proteggerlo dal ransomware è essenziale. In questa guida scoprirai perché i NAS sono bersagli appetibili e quali misure adottare per metterli al riparo dagli attacchi.

Che cos’è il ransomware?

Il ransomware è un tipo di software dannoso che penetra nei sistemi e cifra i file, negando agli utenti l’accesso ai propri dati. Lo scopo è richiedere un “riscatto” in cambio della chiave di decrittazione. Spesso gli autori minacciano di eliminare o divulgare i dati se il pagamento non avviene. Le conseguenze possono essere gravi: perdita di dati, tempi di inattività operativa, danni economici e reputazionali.

Statistiche chiave

IndicatoreValore
Frequenza stimata di attacchi ransomware alle aziende entro il 20311 attacco ogni 2 secondi
Vittime che ottengono tutti i loro dati dopo aver pagato il riscatto4 %
Range tipico di un singolo riscattoDa poche centinaia a milioni di dollari

Tipi di ransomware

Locker ransomware

Blocca completamente l’accesso al sistema: l’unica schermata visibile è la richiesta di riscatto.

Crypto ransomware

Cripta file specifici (documenti, fogli di calcolo, contenuti multimediali). Il sistema resta utilizzabile, ma i file risultano inaccessibili.

Ransomware as a Service (RaaS)

Un modello “in affitto” in cui sviluppatori di ransomware vendono o noleggiano il proprio codice ad altri criminali, trattenendo una percentuale dei riscatti.

Leakware

Ruba informazioni riservate e minaccia di renderle pubbliche se il riscatto non viene pagato, con pesanti ricadute legali e di immagine.

Scareware

Usa tecniche di social engineering per terrorizzare le vittime con falsi messaggi di infezione, inducendole a scaricare software malevolo o visitare siti compromessi.

Solo 4 % delle vittime che pagano ottiene indietro tutti i propri file: pagare non è garanzia di recupero.

Il ransomware può colpire un NAS?

Sì, e lo fa spesso. I NAS possiedono caratteristiche che li rendono appetibili:

Archiviazione centralizzata

Un solo attacco può colpire una grande quantità di dati.

Vulnerabilità di sicurezza

Molti NAS non eseguono antivirus di default e possono avere firmware obsoleti.

Connessione permanente

Essendo sempre online, il NAS rimane costantemente esposto alle minacce.

Impostazioni predefinite

Password deboli e permessi aperti facilitano gli attacchi.

Fattori di rischio: l’elemento umano

Scarsa consapevolezza degli utenti

Aggiornamenti e misure di sicurezza vengono spesso trascurati.

Backup inadeguato

Un NAS non sostituisce una strategia 3-2-1; senza copie off-site, il rischio di perdita totale è alto.

Mancanza di audit regolari

Senza controlli periodici, le falle restano inosservate.

Accessi non controllati

Troppe persone possono operare sul NAS senza formazione adeguata, aumentando il rischio di phishing.

Aggiornamenti software trascurati

Firmware e applicazioni non aggiornati aprono la porta a exploit noti.

Comportamento rischiosoImpatto potenziale
70 % delle e-mail di phishing viene effettivamente aperto dagli utentiElevata probabilità di infezione
93 % degli attaccanti esterni riesce a violare la rete perimetraleAccesso facilitato al NAS

Case study: attacco a una PMI con NAS esposto

Un’azienda manifatturiera con circa 70 dipendenti utilizzava un NAS per condividere disegni tecnici e report di produzione.

  • Punto debole: firmware non aggiornato e porta di amministrazione esposta su Internet con password predefinita.
  • Attacco: un gruppo ransomware sfrutta l’exploit, cifra l’intero volume condiviso e lascia una richiesta di 50 000 $ in Bitcoin.
  • Conseguenze: fermo produttivo di tre giorni, perdita temporanea dei dati CAD, rallentamento delle consegne.
  • Lezione appresa: l’azienda implementa immediatamente aggiornamenti, cambia le credenziali, limita l’accesso via VPN e attiva un backup immutabile off-site per ripristini futuri.

Come proteggere il NAS dal ransomware

  1. Aggiorna regolarmente firmware e applicazioni.
  2. Usa credenziali robuste e uniche per tutti gli account.
  3. Disabilita gli account admin di default o modifica le loro credenziali.
  4. Limita l’accesso ai soli utenti che ne hanno davvero bisogno.
  5. Definisci livelli di accesso differenti per contenere la propagazione dell’infezione.
  6. Blocca gli IP sospetti che mostrano tentativi di login ripetuti.
  7. Implementa firewall e sistemi di rilevamento intrusioni per monitorare il traffico.
  8. Adotta la regola 3-2-1 con copie off-site e funzioni di Object Lock per rendere immutabili i backup salvati nel cloud.
Misura difensivaVantaggio principaleCriticità se ignorata
Aggiornamento firmwareCorregge vulnerabilità noteRischio exploit automatizzati
Password fortiPreviene brute-forceAccesso non autorizzato
Backup immutabiliRipristino garantitoPerdita dati irreversibile

Il ruolo della formazione in cybersicurezza

Le misure tecniche sono efficaci solo se chi le utilizza è preparato.

  • Training di riconoscimento: insegnare a identificare email, link o allegati sospetti.
  • Comprendere gli attacchi umani: i criminali sfruttano la curiosità e la disattenzione.
  • Prevenzione continua: corsi periodici mantengono alto il livello di allerta.

Studi dimostrano che 93 % delle violazioni riuscite avviene perché l’attaccante trova almeno un punto d’ingresso nella rete: la formazione è quindi essenziale.

Proteggere i dati NAS dalle minacce

Il ransomware è in continua evoluzione e prende di mira anche i NAS. Comprendere i motivi dell’esposizione, mantenere software e firmware aggiornati, usare credenziali forti, limitare gli accessi, implementare firewall e backup immutabili sono le basi di una solida difesa. Completano il quadro audit regolari e formazione continua del personale: la sicurezza è un processo costante di miglioramento.

Ogni passo verso una protezione migliore non solo tutela i tuoi dati NAS, ma contribuisce a un ecosistema digitale più sicuro per tutti.

FAQ

Qual è la differenza tra un backup normale e un backup immutabile?

Un backup immutabile utilizza tecnologie come Object Lock per impedire modifiche o cancellazioni dei dati per un periodo predefinito, rendendo impossibile la cifratura o l’eliminazione da parte del ransomware.

Devo tenere il mio NAS sempre online?

Sì, se serve accesso continuo, ma riduci l’esposizione con VPN, firewall e limitazione delle porte aperte verso Internet.

Quanto spesso devo aggiornare il firmware del NAS?

Applica ogni patch non appena viene rilasciata. Gli exploit di firmware obsoleti sono tra le prime vie di attacco.

Pagare il riscatto garantisce il recupero dei dati?

Assolutamente no: solo il 4 % di chi paga riceve davvero tutti i dati indietro.

Un NAS può sostituire una strategia di backup completa?

No. Un NAS è parte della soluzione, ma serve comunque applicare la regola 3-2-1 con copie su supporti diversi e almeno una off-site o nel cloud.

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Luca Rossi

Esperto appassionato di informatica, con una specializzazione nel campo del recupero dati e della sicurezza digitale. Da diversi anni contribuisco come content creator presso RecDati.

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